25 maggio, 2009

Questa non è mia...

Sei il mio sorriso,
quando ti guardo in mezzo alla gente
e diventi il protagonista.
Sei la luce nei miei occhi
quando ti parlo e tu sai già quello che dovrò dirti.
Sei i miei sospiri
quando ti vedo in difficoltà, ma so
che la tua forza e intelligenza
ti permetteranno di superare ogni avversità.
Sei ogni battito del mio cuore
quando sei con me e quando non ci sei;
ma solo quando sei con me
io sorrido
ammiro, sospiro
e vivo.

Veramente.


Questa non l'ho scritta io, ma Francesca.

Sarà pure che sono parte in causa, ma l'ho trovata bellissima e mi sembra giusto metterla qui, insieme alle parti migliori di me.


Francesca, ti amo.

13 maggio, 2009

Per Francesca

Pittore

Vorrei essere un pittore
per dipingere un sorriso sul tuo volto.

Passo le ore a guardarti di nascosto
studio ogni tua mossa
ogni tua espressione.

Conosco il tuo sguardo,
l’allegria dei tuoi occhi
la luce che ci brilla dentro.

Conosco la profondità del tuo essere
la tua intelligenza
il tuo essere donna.

E amo tutto questo,
come amo tutto di te,
come amo ogni momento nostro.

Tu alzi lo sguardo
senti i miei occhi su di te,
mi sorridi.

E scopro così
di essere pittore anch’io.

04 maggio, 2009

Ricordi: la macchina fotografica

Questo è un estratto di prova di qualcosa che sto scrivendo; non è completo e nemmeno definitivo.



"La mia prima macchina fotografica è stata una Kodak 44 Instamatic, il modello che veniva subito dopo le macchine fotografiche turistiche, quelle che guardavi dentro e schiacciando il tastino vedevi un’altra diapositiva.

Però, aveva anche il cinturone in dotazione, una specie di attrezzo paramilitare con le giberne per contenere la macchina e due rullini di scorta; la pubblicità poi era accattivante, con dei disegni in bianco e nero dove un solitario camminatore, all’alba, sulla spiaggia, vede un volo di gabbiani e, come un novello Jesse James estrae la macchina dalla fondina e…”click!” catturato.

Ci ho messo quasi vent’anni a capire che se quello lì all’alba, da solo, fotografava gabbiani, probabilmente era lo sfigato della compagnia, che non poteva tornare in camera perché l’amico si stava trombando l’amica.

Potenza della pubblicità e del romanticismo adolescenziale."


Da valutare...

27 aprile, 2009

Il titolo mettetelo voi...

Dopo tanto tempo qualcosa di nuovo...


Dillo con parole tue
Non usar quelle dei cantanti
Non usar quelle dei poeti
Lascia che lo sfogo di un pensiero
Salga da solo alle tue labbra

Il timore di non saperlo dire
La paura di non far capire
E lasci così da parte
Quello che pesa sul tuo cuore
Quello che lo rende leggero
Per farlo interpretare
A chi non sa nemmeno che tu esisti

Dillo con parole tue
Dammi l’emozione di vedere un pezzo di te
Dei poeti dei cantanti abbiamo visto tutto
Sogni di carta per celebrar se stessi
Finti amori per far sognare
Quando ogni esistenza è un sogno

Dillo con parole tue
Sono le uniche che voglio sentire
Le sole che hanno per me valore
Le più belle che un orecchio amico
Possa e voglia ascoltare.

19 aprile, 2009

Cavallo Pazzo

L’urlo del coyote,

solitario nella prateria

sale a disturbare il silenzio della Luna

e l’uomo rosso, seduto nella notte

guarda la valle dove riposa la Nazione.

Domani molti cadranno per i Lunghi Coltelli,

le Giacche Azzurre

come cavallette al di là del monte

sono in attesa.

L’alba è vicina,troppo vicina,

l’uomo rosso tocca il pericolo,

lo sente come il suo coltello

che domani si bagnerà di sangue.

Cavallo Pazzo non si arrenderà,

rimane solo sotto la luna

pregando Manitou

e guardando la Nazione riposare.

Presto ci sarà lo scontro

E molte squaw piangeranno

Pensando al loro uomo caduto

Sotto i colpi degli uomini bianchi.

Ma perchè la Nazione non muoia,

Cavallo Pazzo non si arrenderà.


15 aprile, 2009

VENEZIA

Venezia,
stanco il leone di San Marco
giace sulla laguna
calpestato da migliaia di turisti.
E’ la mia città,
non per nascita,
non per discendenza,
la scelta l’ho fatta io.
Non sono il primo,
altri prima di me
traversando ponti e calli
sisono sentiti rapiti,
non per la Venezia da cartolina
e nemmeno per il suo passato.
E’ la città che vive ogni giorno
e che ogni giorno
vive la sua agonia
a farmi sentire nuove emozioni.
Vecchio leone,
son troppe le tue cicatrici
e ancor più le tue ferite aperte
che ti fan gemere
dei mille gemiti
delle tue fondamenta.
Ma chi ti capisce,
così come io ti capisco,
soffre con te.
Ora i tuoi cavalli così maestosi
dominano nuovamente la piazza,
testimonianza della volontà di non perderti,
portando con loro la speranza
che presto, l’uomo che ti creò
ti porti anche la salvezza.

05 febbraio, 2009

Grido

Muto un grido sale
dalle nebbie sempre più fitte
di un pensiero deviato.
Cerca una strada
dall’essere più profondo
per uscire alla luce
di un Io sempre più vacillante,
circondato da suoni ripetuti
di una alienazione che preme
da ogni parte
a soffocare l’ultima volontà
di mantenersi spiritualmente vivo.
Cieca disperazione
logora le fondamenta
della lucidità di pensiero
finchè la coscienza
affoga
con un grido
nel tempestoso mare della follia.

I TUOI OCCHI

Occhi scuri
che ti trascinano
dentro nuovi universi.
Tutto dentro il tuo mondo
mi è familiare
come l’aria che respiro.
Conoscersi per una sera
è conoscersi nell’infinito
dove giocare
è rotolare tra le stelle.

30 gennaio, 2009

ATTIMO

Dopo la pioggia
la spiaggia è deserta
ed un pallido sole
ne annuncia la fine.
La sabbia compatta
sotto il mio passo
rimanda un suono
lieve e vellutato.
Una piccola sosta
ed una visione
nuova mi coglie.
Una giovane donna
capelli nel vento
mi passa davanti
camminando nell’acqua,
una piccola macchia
verde
nell’azzurro del mare,
che, come me
solitaria
assapora senza tristezza
la pace del momento.
Incrociare gli sguardi
è cosa di un attimo
ma il lieve sorriso
distorce anche il tempo
donando a quell’attimo
lo spazio di ore.

29 gennaio, 2009

VITA DI PAESE

Piatte campagne
ai bordi delle strade.
Cieli sconfinati
legati indissolubilmente
all’armonia delle onde.
Paesi bianchi
dalle lunghe file di foglie
di tabacco al sole della Puglia.
Gente cordiale,
dall’ospitalità squisita
che saluta lungo le strade.
Tanta pace
che ti lava di dosso
la frenesia della grande città.
Ma è la notte,
piena di stelle
fino a perdersi nell’infinito
che ti fa apprezzare
la vita di un paese.

27 gennaio, 2009

Cinque anni

Sono passati cinque anni.
Sono stati anni difficili, amari e dolci allo stesso tempo, pieni di sentimenti contrastanti, al punto che in certi momenti credevo di non uscirne più.
Ora non è importante quello che ho passato, ma solo le persone che mi hanno aiutato a sopravvivere.
Una menzione d’onore la meritano sicuramente gli amici di Milano.
In un mese ho macinato più di 5000 chilometri per stare con loro, per passare delle belle ore di cui li vorrei ringraziare tutti, uno per uno.
La cosa buffa è che della maggior parte non conosco nemmeno i nomi reali.
Come sempre accade, alcuni mi hanno aiutato più di altri, ma di loro parlerò in altri momenti.
Il gruppo; quello che era il riferimento, il centro di incontro, il Pontell ai navigli, e tutte le cose pazze e strambe fatte in quei giorni.
Le ricordo tutte, ogni singolo viso cui rispondeva solo un nickname su internet, ogni uscita, ogni chilometro.
Non è rimasto molto oggi di quei giorni, ma senza quei giorni non ci sarebbe questo oggi.
Per questo, vorrei che ognuno di loro potesse leggere queste poche righe e sorridere con me per un ricordo che condividiamo.
Grazie ragazzi.
Ho solo un piccolo rimpianto…
Mi hanno dato del traditore per tutte le avventure che avrei avuto con le ragazze del gruppo, e non sono mai andato oltre un bacio di saluto sulla guancia…ormai è andata.

20 gennaio, 2009

Due amici

E’ facile a volte lasciarsi portare dal quotidiano e perdere un po’ di vista il quadro generale delle cose, ma ci sono eventi particolari che riconducono a considerare l’insieme.

In questi ultimi tempi, diverse occasioni di riflessione mi si sono presentate, vuoi per graditi ritorni, per dolorose partenze, per frasi rimaste in evidenza nella memoria.

Non ho intenzione di fare un sermone sull’importanza degli eventi, ma ricordare due persone che non ci sono più.

La prima, è Riccardo.

Riccardo era una conoscenza di lavoro, stava dalla parte opposta della trattativa quando lavoravo all’ufficio acquisti.

Ma non era solo questo. Col tempo, eravamo arrivati a godere di una stima reciproca che poteva facilmente trasformarsi in amicizia, se la vita ci avesse concesso di frequentarci come tante volte ci eravamo ripromessi.

Riccardo, è stato una delle poche persone che hanno davvero cercato di aiutarmi nel periodo più buio della mia vita, cercando con me una soluzione lavorativa al vuoto che sentivo dentro.

Ebbene, se ne è dovuto andare, una malattia che non perdona lo ha strappato innanzitutto alla sua famiglia, che anche se solo di riflesso, ho visto formare e crescere, ma lo ha anche portato via prima che potessi ringraziarlo davvero, con una di quelle cene extra lavoro che ci hanno permesso di conoscere meglio l’uomo che stava dietro la funzione.

E’ passato più di un anno ormai, e finora non avevo trovato la forza di scrivere queste poche righe, il cui significato è semplice: grazie Riccardo, è stato un piacere e un onore conoscerti.

La seconda è Michele.

Conoscenza quasi casuale, marito di una collega, ma nonostante la scarsità degli incontri, avevamo maturato un feeling particolare, basato sulla capacità di essere ironici ed irriverenti ma sempre con intelligenza e appena quel pizzico di salacia che è un po’ il pepe della vita.

Al suo funerale, mi è scappato più di qualche sorriso, ripensando alle battute fatte, ma anche a quelle che sarebbero state fatte se avesse potuto essere lì a commentare.

Non ho la pretesa di dire “Lo conoscevo bene”, in fondo non conosco bene nemmeno me stesso, ma credo di non sbagliare nel pensare che sarebbe riuscito a far ridere anche al suo funerale.

Grazie anche a te, Michele, è stato un piacere e un onore conoscerti.