Se non temessi la noia, riscriverei il pezzo sull’indignazione.
In un solo fine settimana, mi sono di volta in volta aggregato a tutto l’arco costituzionale , compresi gli opposti estremismi, e questo non è bello per uno che fatica a riconoscersi di suo.
Abbiamo santificato il cibo, ma come ai tempi di Gesù abbiamo lasciato il tempio ai mercanti, abbiamo condannato l’ipocrisia, ma sempre in accordo con i necessari finanziatori, HANNO incrementato lo sviluppo capitalista abbandonando centinaia di capi di vestiario sulla strada, ci siamo permessi un po’ di autocritica genitoriale di fronte alla evidente pochezza intellettuale di un “povero pirla” (pare sia stato il commento del vero genitore).
Insomma, abbiamo vissuto tutto e tutto il suo contrario, compresi nel pacchetto anche i commenti trionfalistici di chi affittava i tavoli nel tempio.
Tutto si riassume in poche frasi da cantautore: “Quante stupide galline che si azzuffano per niente” e “Illuso, romantico e fesso”.
La seconda è per me, che credo e spero ancora che i più giovani imparino a grattare la vernice con cui coprono le notizie per vedere la ruggine che quella vernice nasconde.
04 maggio, 2015
28 aprile, 2015
"Indignazione"
Nel vocabolario si legge:
"risentimento vivo soprattutto per cosa che offende il senso di umanità, di giustizia e la coscienza morale"Pare che l'atto dell'indignarsi sia tra gli sport preferiti dell'italica congrega, atto che però non partorisce che qualche misero topolino anche quando umanità, giustizia e coscienza morale vengono gettate a terra e calpestate nei modi più gretti ed atroci. Quei topolini, hanno sempre vita brevissima, qualche ora appena e già si trova e si prova nuova indignazione. Se le parole hanno un peso, sarà bene iniziare a capirne il vero valore, a capire che, l'indignazione, può passare solo con una reale presa di coscienza e l'abbattimento di ciò che indigna, non con un semplice atto di degnazione, un rapido commento o una falsa lacrima, e certamente non per ottenere l'ennesimo, vuoto, "like" su un social network.
Ignoranza
Ignorante, colui che ignora, che non sa.
Con le cose che non so, ci si riempiono intere biblioteche, e mi sento sempre più colpevole della mia ignoranza.
Non ho letto abbastanza, non ho studiato abbastanza, non ho scritto abbastanza.
Cercherò di rimediare.
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