30 gennaio, 2009
ATTIMO
la spiaggia è deserta
ed un pallido sole
ne annuncia la fine.
La sabbia compatta
sotto il mio passo
rimanda un suono
lieve e vellutato.
Una piccola sosta
ed una visione
nuova mi coglie.
Una giovane donna
capelli nel vento
mi passa davanti
camminando nell’acqua,
una piccola macchia
verde
nell’azzurro del mare,
che, come me
solitaria
assapora senza tristezza
la pace del momento.
Incrociare gli sguardi
è cosa di un attimo
ma il lieve sorriso
distorce anche il tempo
donando a quell’attimo
lo spazio di ore.
29 gennaio, 2009
VITA DI PAESE
Piatte campagne
ai bordi delle strade.
Cieli sconfinati
legati indissolubilmente
all’armonia delle onde.
Paesi bianchi
dalle lunghe file di foglie
di tabacco al sole della Puglia.
Gente cordiale,
dall’ospitalità squisita
che saluta lungo le strade.
Tanta pace
che ti lava di dosso
la frenesia della grande città.
Ma è la notte,
piena di stelle
fino a perdersi nell’infinito
che ti fa apprezzare
la vita di un paese.
27 gennaio, 2009
Cinque anni
Sono stati anni difficili, amari e dolci allo stesso tempo, pieni di sentimenti contrastanti, al punto che in certi momenti credevo di non uscirne più.
Ora non è importante quello che ho passato, ma solo le persone che mi hanno aiutato a sopravvivere.
Una menzione d’onore la meritano sicuramente gli amici di Milano.
In un mese ho macinato più di 5000 chilometri per stare con loro, per passare delle belle ore di cui li vorrei ringraziare tutti, uno per uno.
La cosa buffa è che della maggior parte non conosco nemmeno i nomi reali.
Come sempre accade, alcuni mi hanno aiutato più di altri, ma di loro parlerò in altri momenti.
Il gruppo; quello che era il riferimento, il centro di incontro, il Pontell ai navigli, e tutte le cose pazze e strambe fatte in quei giorni.
Le ricordo tutte, ogni singolo viso cui rispondeva solo un nickname su internet, ogni uscita, ogni chilometro.
Non è rimasto molto oggi di quei giorni, ma senza quei giorni non ci sarebbe questo oggi.
Per questo, vorrei che ognuno di loro potesse leggere queste poche righe e sorridere con me per un ricordo che condividiamo.
Grazie ragazzi.
Ho solo un piccolo rimpianto…
Mi hanno dato del traditore per tutte le avventure che avrei avuto con le ragazze del gruppo, e non sono mai andato oltre un bacio di saluto sulla guancia…ormai è andata.
20 gennaio, 2009
Due amici
E’ facile a volte lasciarsi portare dal quotidiano e perdere un po’ di vista il quadro generale delle cose, ma ci sono eventi particolari che riconducono a considerare l’insieme.
In questi ultimi tempi, diverse occasioni di riflessione mi si sono presentate, vuoi per graditi ritorni, per dolorose partenze, per frasi rimaste in evidenza nella memoria.
Non ho intenzione di fare un sermone sull’importanza degli eventi, ma ricordare due persone che non ci sono più.
La prima, è Riccardo.
Riccardo era una conoscenza di lavoro, stava dalla parte opposta della trattativa quando lavoravo all’ufficio acquisti.
Ma non era solo questo. Col tempo, eravamo arrivati a godere di una stima reciproca che poteva facilmente trasformarsi in amicizia, se la vita ci avesse concesso di frequentarci come tante volte ci eravamo ripromessi.
Riccardo, è stato una delle poche persone che hanno davvero cercato di aiutarmi nel periodo più buio della mia vita, cercando con me una soluzione lavorativa al vuoto che sentivo dentro.
Ebbene, se ne è dovuto andare, una malattia che non perdona lo ha strappato innanzitutto alla sua famiglia, che anche se solo di riflesso, ho visto formare e crescere, ma lo ha anche portato via prima che potessi ringraziarlo davvero, con una di quelle cene extra lavoro che ci hanno permesso di conoscere meglio l’uomo che stava dietro la funzione.
E’ passato più di un anno ormai, e finora non avevo trovato la forza di scrivere queste poche righe, il cui significato è semplice: grazie Riccardo, è stato un piacere e un onore conoscerti.
La seconda è Michele.
Conoscenza quasi casuale, marito di una collega, ma nonostante la scarsità degli incontri, avevamo maturato un feeling particolare, basato sulla capacità di essere ironici ed irriverenti ma sempre con intelligenza e appena quel pizzico di salacia che è un po’ il pepe della vita.
Al suo funerale, mi è scappato più di qualche sorriso, ripensando alle battute fatte, ma anche a quelle che sarebbero state fatte se avesse potuto essere lì a commentare.
Non ho la pretesa di dire “Lo conoscevo bene”, in fondo non conosco bene nemmeno me stesso, ma credo di non sbagliare nel pensare che sarebbe riuscito a far ridere anche al suo funerale.
Grazie anche a te, Michele, è stato un piacere e un onore conoscerti.