Se non temessi la noia, riscriverei il pezzo sull’indignazione.
In un solo fine settimana, mi sono di volta in volta aggregato a tutto l’arco costituzionale , compresi gli opposti estremismi, e questo non è bello per uno che fatica a riconoscersi di suo.
Abbiamo santificato il cibo, ma come ai tempi di Gesù abbiamo lasciato il tempio ai mercanti, abbiamo condannato l’ipocrisia, ma sempre in accordo con i necessari finanziatori, HANNO incrementato lo sviluppo capitalista abbandonando centinaia di capi di vestiario sulla strada, ci siamo permessi un po’ di autocritica genitoriale di fronte alla evidente pochezza intellettuale di un “povero pirla” (pare sia stato il commento del vero genitore).
Insomma, abbiamo vissuto tutto e tutto il suo contrario, compresi nel pacchetto anche i commenti trionfalistici di chi affittava i tavoli nel tempio.
Tutto si riassume in poche frasi da cantautore: “Quante stupide galline che si azzuffano per niente” e “Illuso, romantico e fesso”.
La seconda è per me, che credo e spero ancora che i più giovani imparino a grattare la vernice con cui coprono le notizie per vedere la ruggine che quella vernice nasconde.